Il plico di fogli appare rovinato dal tempo, bruciature e strappi rendono incomprensibili la maggior parte delle annotazioni. Tuttavia le ultime pagine sembrano essersi conservate abbastanza bene, ed e’ possibile leggerne il contenuto. Le annotazioni hanno un ordine cronologico, sembra essere un diario. Sulla copertina, consumata dal tempo e dalle intemperie, e’ a mala a pena leggibile…

 

 

 

 

Caporale Ivellios Serendannen
4° Reggimento di Fanteria
Glorioso Esercito di Sinor

(Annotazione 1)
Terzo del mese del Disgelo, anno 13258 (175)
Oggi abbiamo perso altri uomini. All’alba un gruppo di cacciatori ha lasciato le mura, a sera non sono tornati.

Per sopravvivere dobbiamo pur uscire dalla valle ogni tanto alla ricerca di cacciagione sperando nell’aiuto delle Dee,

ma gli orchi si stanno facendo sempre piu’ insistenti.
Perdiamo troppi valorosi elfi per colpa loro, vorrei poter schiacciare sotto i miei stivali quelle loro miserabili teste!

 

 

 

 
(Annotazione 2)
Quindicesimo del mese del Risveglio, anno 13258 (175)
Finalmente una buona notizia. L’armeria e’ ben fornita ed e’ una gioia rivedere di nuovo quegli scaffali luccicanti di arte e speranza. Oggi alcuni cacciatori in ricognizione si sono imbattuti in un gruppo di orchi, ma hanno avuto la meglio. Queste bestie sono degli avversari formidabili. Gli orchi non hanno disciplina e organizzazione, usano armi rudimentali e sembrano non avere conoscenze strategiche. Tuttavia sopperiscono a queste loro mancanze con la loro incredibile mole e con il numero. Come tutte le bestie sembrano votati piu’ alla battaglia e al sangue che non alla vittoria, si battono fino alla fine, con una ferocia e un disprezzo per la vita senza eguali. Solo grazie alla ferrea disciplina, l’addestramento e il valore i nostri soldati riescono a reggere il confronto con gli ostili, tuttavia un attacco in forze potrebbe avere un effetto drammatico. Non siamo ancora in grado di affrontarli a viso aperto ne di organizzare un attacco, sebbene l’esercito sia sempre piu’ numeroso, addestrato con le migliori tecniche e le armi sempre piu’ perfette. I gruppi di orchi che accerchiano la valle sembrano sempre piu’ compatti ed e’ difficile calcolare il numero esatto, ma deve essere in quantita’ spropositata.
 
   

Seguono alcune pagine completamente consumate o bruciate.
Il testo riprende cosi’…

 
   
… sole per un attimo fu coperto da una nuvola nera: sembrava che tutti i corvi delle terre si fossero dati appuntamento per offuscare il cielo sopra le nostre teste. Questo tuttavia fu solo un pallido presagio di cio’ che stava per accadere.
Stavo facendo il giro di ispezione delle sentinelle sulle mura esterne, il sole era ancora basso sull’orizzonte a est, mentre i primi cittadini imbarcati uscivano ordinatamente dalle porte principali diretti verso i monti. Il vociare fu improvvisamente interrotto dallo squillo di una tromba. Il tempo sembro’ congelarsi. Corsi immediatamente sulla torre piu’ alta, da dove era provenuto lo squillo di allarme. Il capitano Himo, che mi aveva preceduto si sporgeva gia’ dai merli e gridava ordini precisi, di far rientrare i cittadini e chiudere i cancelli. L’intera cinta muraria era un vociare di ordini e tintinnio di armi. Chiesi alla sentinella il motivo dell’allarme, e questa, senza staccare gli occhi sbarrati, alzo’ il braccio in un arco teso e indico’ l’orizzonte. Una indistinta e brulicante massa di corpi copriva tutta la linea dell’orizzonte, fin dove era possibile spingere lo sguardo. Sentii un brivido lungo la schiena e alzarsi i capelli sulla nuca mentre mi rendevo conti che quella che vedevo era un sterminata, immensa, massa di orchi.
Un gruppo di goblin, nel frattempo, era saltato fuori dal loro nascondiglio fra le rocce della valle di fronte Sinor, e aveva attaccato i cittadini, che di corsa tornavano verso la citta’ mentre in 2° reggimento copriva loro le spalle.
A fatica staccai lo sguardo da quella terribile visione: i goblin massacravano gli inermi cittadini, mentre i soldati si sacrificavano, facendo scudo con i loro corpi per permettere almeno ad essi di rientrare fra le mura. Vidi il capitano guardare intensamente di fronte a se, come a volersi imprimere nella memoria quell’ immagine. Non una minima traccia di qualsiasi emozione traspariva dalla sua espressione, il suo volto spigoloso, duro come marmo scolpito, segnato dalle cicatrici di infinite battaglie, era impassibile come sempre. Solo il pulsare ritmico di una vena sull’ampia fronte stempiata.
Cio’ che segui’ e’ come avvolto nelle nebbie di un sogno. Ricevetti l’ordine di radunare il 4° reggimento, e schierare gli arcieri sulle mura.
L’avanzata degli orchi intanto procedeva inesorabile, sembrava non avessero mai fine. Non un rumore proveniva dalle loro fila, solo un ritmico suono di tamburi scandiva la marcia, stranamente ordinata, e il riecheggiare dei loro passi sembrava scuotere la fortezza dalle fondamenta.
Arrivati ai limiti della valle, gli orchi, unendosi ai gruppi che da sempre asserragliavano la valle e alle fila dei goblin che avevano teso l’imboscata ai cittadini imbarcati, si fermarono per un attimo, come a presentare la loro incredibile forza agli assediati. Il silenzio scese nella valle. Non un cinguettio di uccelli, non una voce, anche i tamburi tacquero. Improvvisamente dalle fila degli orchi squillarono le trombe, e urla si levarono al cielo, mentre all’unisono tutti pestavano i piedi per terra. Il rumore era assordante, sembrava sommergere ogni cose, annebbiare i pensieri. Ruppero le fila, e si lanciarono verso tutto cio’ che di vivente vi era nella valle, in una travolgente follia omicida. Nel frattempo gli arcieri erano disposti sulle mura, e seguendo le indicazioni datemi diedi l’ordine di tirare appena qualcuna di quelle bestie fosse arrivata a tiro. L’assedio era iniziato.
Scesi a ispezionare i miei soldati dietro i cancelli, e vidi gli alti ufficiali correre verso il quadrato di comando per la convocazione del consiglio di guerra. Nel frattempo i genieri d’assedio puntellavano i cancelli e attrezzavano i mangani sotto le mura. Tutta la citta’ era un fermento di attivita’. In quel momento ringraziai le Dee e l’Alto Comando per le infinite esercitazioni alle quali per anni ci eravamo sottoposti, senza di queste non sarebbe stata possibile una cosi’ pronta risposta.
Mentre scrivo queste righe e’ sera, il mio secondo sta prendendo il mio posto per concedermi qualche ora di riposo. Durante tutto il giorno gli orchi hanno devastato e incendiato la valle, ma non si sono avvicinati alle mura. Anche adesso posso sentire lo stillicidio dei loro tamburi, che incessantemente hanno battuto tutto il giorno. Questo suono mi perseguita, mi entra nelle ossa, rende faticoso ragionare. Ora cerchero’ di dormire un po’, fra poche ore, con il favore delle tenebre, il mio reggimento sara’ impegnati in una ardita manovra.
 
 

 

 
(Annotazione 3)
Ottavo del mese della Fertilita’, anno 13258 (175)
Questa notte si e’ svolta una delle piu’ impegnative operazioni della mia carriera. Le mura hanno retto ai feroci attacchi degli ostili, che con giganteschi tronchi, usati come arieti, si sono lanciati selvaggiamente contro le fortificazioni. Tuttavia la preparazione e il valore degli arcieri hanno mietuto le vite degli assedianti sotto le mura. Non potendo resistere per lungo tempo a un assedio, ne tanto meno affrontare gli orchi in campo aperto, data la soverchiante inferiorita’ numerica, l’Alto Comando ha deciso di iniziare una serie di operazioni di guerriglia, per minare il morale degli ostili. Durante la notte il 4° e il 5° reggimento sono usciti dalle porte laterali, non sorvegliate dagli orchi, e si sono appostati silenziosamente ai fianchi dell’avanguardia orchesca, sfruttando la copertura delle rocce. All’unisono i due reggimenti hanno attaccato sui fianchi le disordinate fila orchesche, che prese completamente di sorpresa non hanno potuto far altro che ripiegare le une verso le altre, compattandosi di fronte alla citta’, senza spazio per manovrare. Lo scontro e’ stato estremamente sanguinoso, anche se presi di sorpresa gli orchi hanno combattuto ferocemente, ma a decine ne sono caduti sotto l’improvviso attacco della fanteria elfica. Mentre lo scontro imperversava, i cancelli principali di Sinor si sono aperti, e la guardia reale a cavallo si e’ lanciata in una devastante carica, che arrivando sul fianco delle fila orchesche e’ penetrata in profondita’. Notte gloriosa! Centinaia di orchi sono caduti sotto i colpi dalle lance sinoriare! Prima che gli orchi potessero ricompattare le fila i soldati elfici sono rientrati dietro le mura, mentre gli arcieri offrivano loro copertura. La riuscita dell’operazione ha dato un po’ di respiro agli elfi, forse spaventati dall’inaspettato attacco gli orchi si sono temporaneamente allontanati dalle mura.
 
   
Il resto della pagina non e’ leggibile.  
   
… breccia nelle mura. Anche se le mura esterne sono cadute, le fortificazioni della cittadella tengono fuori dalla citta’ le truppe ostili, concedendoci un attimo di respiro. Il 5° e il 6° reggimento sono usciti in una sortita, per creare il diversivo che permettera’ ai cittadini di imbarcarsi sulle navi, il 7° reggimento fara’ loro da scorta. Sinor e’ oramai condannata, dopo la scomparsa di Alwenion e la nostra prossima morte i cittadini imbarcati saranno probabilmente gli ultimi elfi superstiti. Questa potrebbe essere l’ultima annotazione, ora torno al mio reggimento, che sta per dare il cambio al 3° sulle mura della cittadella. Che le Dee ci assistano.  
 

 

 
(Annotazione 4)
Con il calare delle tenebre gli attacchi orcheschi si sono intensificati, le mura della cittadella stanno per cedere. Sembra che la ferocia di queste abominevoli creature aumenti di notte, come demoni venuti fuori dal peggiore degli incubi. Le operazioni di imbarco dovrebbero essere quasi ultimate, non abbiamo ricevuto notizie dal 5° e dal 6°… I campi e le poche costruzioni fuori dalla cittadella sono in fiamme. L’ira mi assale se penso a quanta fatica per costruire quelle mura che hanno retto solo un giorno.
 
 

 

 
(Annotazione 5)
Durante tutta la notte gli orchi hanno assaltato la cittadella, ma le mura e i grandi cancelli in ilbrant hanno retto. I mangani sono entrati in funzione, ma per ogni orco caduto sembra che dieci siano pronti a prendere il suo posto. Il mattino ci da un attimo di respiro, sembra che gli orchi si stiano riorgannizando fuori dalla cittadella.
 
 

 

 
(Annotazione 6)
Nono del mese della Fertilita’, anno 13258 (175)
Durante le prime ore del pomeriggio gli orchi hanno nuovamente attaccato in forze, la citta’ e’ capitolata, e l’assedio si e’ trasformato in una lotta strada per strada, casa per casa. La citta’ e’ in fiamme, non eravamo pronti a tutto questo e il lavoro e il sogno degli elfi e’ ridotto in cenere. Il primo reggimento ha ripiegato nella torre centrale, nel disperato tentativo di fare da esca per dare tempo ai cittadini imbarcati di allontanarsi dalla costa. I pochi soldati ancora in grado di combattere, eccezion fatta per il primo reggimento, sono sparsi per la citta’, in agguato, per impedire a frange delle truppe orchesche di dirigersi verso i cittadini imbarcati. Questa e’ la mia ultima annotazione. Sento i passi degli ostili dietro la mia porta. La lancia con le rune, che rappresenta cio’ a cui ho dedicato la mia vita, ora pesa come un macigno sulla mia schiena, e chiede l’ultimo sacrificio, prima di essere richiamato al cerchio della vita. Che le dee mi diano la forza per morire con onore.

Cpl. Ivellios Serendannen
Per le Dee, il Popolo Elfico, l’Onore.
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

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