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l
periodo di maggior crisi tra Sinor e Alwenion inizio’ gia’ a
presentarsi sotto il regno di Zeian e Sorithias. Nonostante in
quegli anni furono ampliati i porti di Helwalond e Crisarnon,
fondato il porto di Erelond nella |
parte sud-est di Doredhel e
intensificati i viaggi di rifornimento per Sinor, le ingerenze dei
reali nell'operato di Sinor erano viste dai sinoriani come
interventi di gente
incompetente che li avrebbero condotti alla rovina. |
Il divario tra le due citta’ divenne ancora piu’ netto durante il
regno di Lorithias, ultimo ad essere incoronato re ad Alwenion.
Sinor, baluardo militare meno popolata rispetto ad Alwenion, non
poteva staccarsi dal regno perche’ aveva bisogno degli
approvvigionamenti che da li’ provenivano, Alwenion dal canto suo
aveva bisogno di Sinor come punto di controllo e filtro per gli
orchi.
Che gli animi e gli umori fossero tesi e instabili, non e’ mai stato
un mistero. Le due citta’ divenivano sempre piu’ distanti tra loro
anche in fatto di costumi, pensiero e intenti. Ad aggravare la
situazione la completa incapacita’ di Lorithias di ristabilire un
ordine delle cose, e di riconoscere nel consigliere Anatharion la
cupidigia e il tradimento.
In
quegli anni Anatharion cerco’ di assoggettare Sinor ottenendo in
cambio solo disprezzo da parte della popolazione e del governatore
sinoriano. Intanto ad Alwenion tutto stava precipitando: la perdita
dei valori, la fine in discesa della morale elfica, il distacco
lento dal culto delle Dee. La citta’ era divenuta faziosa, l’invidia
e le manovre di Anatharion contribuirono al declino del regno che
ben presto, dopo la misteriosa morte di Elara, moglie di Lorithias,
fu scenario del periodo piu’ infausto della sua storia.
La
popolazione era divisa. Da una parte chi rimaneva fedele ai regnanti
e sperava in un ritorno dell’ordine, dall’altra i seguaci di
Anatharion che vedevano in lui la figura giusta per acquisire
potere, ricchezza, sfarzo e controllo. La politica interna e i
dissidi avevano procurato poverta’ e fame alle genti di Alwenion e
la situazione ben presto esplose causa anche della continua
pressione delle invasioni orchesche. Furono costruite molte navi,
mentre Anatharion che manovrava il Re premeva perche’ si
abbandonasse Alwenion e con lui buona parte dei cortigiani corrotti.
Sinor non condivise questa decisione, bisognava rimanere, combattere
per difendere il regno, ma non fu cosi’.
I dissidi portarono ben presto a un’insurrezione da parte degli
elfi che nell’anno 13093 irruppero nel palazzo reale seminando la
morte e il tradimento che Anatharion stesso aveva sperato. Un gruppo
di elfi lasciarono Alwenion per stabilirsi in piccoli accampamenti
situati nei dintorni della citta’, nella foresta. Nerithias,
secondo figlio di Lorithias venne assunto come guida, anche se mai
incoronato, degli elfi mentre Anatharion partiva verso Lossendor
insieme ai dissidenti del regno.
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La
magnificenza di Alwenion, dei suoi palazzi e delle sue arti, la
gloria dei corpi di guardia, anche degli unicorni bianchi, secoli e
secoli di storia, civilta’ e tradizione scomparirono sommersi dalla
pietà di Gweinian.
Ancora si dice che nella foresta a volte, al calar della notte,
basta restare in silenzio per udire le urla e i frastuoni delle armi,
tra le foglie degli alberi che di morte e scempio son stati gli
spettatori.
Un grande popolo vittima della sua stessa sete di gloria o della
debolezza che gli fece perdere il suo animo originario. Gli elfi si
erano divisi, quelli che si erano macchiati dei reati peggiori e che
ora non erano piu’ elfi, ma l’ombra del popolo di cui avevano fatto
parte, erano spariti nel nulla, i traditori maledetti imbarcati su
navi dirette a Lossendor, i fedeli al regno spersi e poi trucidati
nella foresta o allontanatesi da essa. I custodi lasciati ad
Alwenion furono, intorno all’anno 10 del calendario umano, gli unici
abitanti della citta’, ben presto anch’essi lasciarono quelle vie.
I ricordi ancestrali dell’abominio, permeavano inspiegabilmente
l’aria di Alwenion, sulle colonne marmoree del palazzo reale le
tracce dello scempio, degli omicidi, lungo le vie sembrava di vedere
i volti di collera e amarezza, nei templi le lacrime di chi pregava
e alle Dee si affidava. Suoni antichi che per sempre li’ faranno
dimora. Eppure tutto questo non fu mai ritrovato. La foresta si
riprese se stessa, di colpo, senza domandare, per celare o per
dimenticare.
Quei boschi ombrosi, che di driadi e di amore erano stati la dimora,
si ammalarono. L’odio che nutri’ l’aria negli ultimi anni di
Alwenion aveva con gli stermini orcheschi e con le lotte tra gli
stessi elfi, rinvigorito il male che da sempre latitava in quei
posti. Le forze oscure si unirono e i regni della terra infausta
risorsero per impossessarsi del luogo delle Dee. Creature di
malvagia vita iniziarono a camminare per quei sentieri nella foresta
degli elfi, che perso il loro spirito, di male si fecero pervadere.
Gweinian ed Ailyssa avevano assistito silenti alla catastrofe,
coprivano spesso il cielo di lacrime ma dovevano lasciar che il loro
popolo facesse le sue scelte. Quando le oscure forze si spinsero
fino alla citta’ di Alwenion, le Dee non permisero che si
impadronissero anche dello scrigno dove per tanto tempo gli elfi si
erano amati come fratelli.
Le driadi morivano al passaggio del male, gli alberi si piegavano
sotto l’enorme peso della rovina, i fiumi cambiavano il loro corso.
Di equilibrio e amore non vi era piu’ traccia e anche gli ultimi
guardiani avevano lasciato la citta’ per cercare tra i boschi la
pace o la forza per ricominciare.
Fu cosi’ che gli alberi con le loro radici spezzarono le lastre di
marmo che coprivano le strade. I muschi odorosi e il verde rampicate
vesti’ di natura i palazzi. Le cupole di quarzo e illbrant si
coprirono di fiori mentre il dolce ventre della terra si ritirava
piano per accogliere in seno la figlia dimenticata. Piu’ il male
avanzava e piu’ la natura velava. Il corso si accelero’ e anche i
fiori tardivi a sbocciare, regalarono le loro premature corolle di
colore al sole, in un sol giorno. Chi aveva dato stava riprendendo.
Fu cosi’ che Alwenion scomparve alla vista e con essa la sua storia.
Di culto e di tradizioni nessuno piu’ ricordo’ da quel giorno. Chi
aveva lasciato la propria terra per seguire gli istinti piu’ bassi
perdeva, allontanandosi, ogni ricordo della vita precedente. Gli
elfi di Alwenion erano liberi di esser cio’ che preferivano, nelle
altre terre ma non nella loro foresta. Fu cosi’ che mentre le
carovane di elfi si allontanavano, cosi’ si allontanava dalle loro
menti il ricordo. L’elfo avrebbe dovuto attendere prima di rinascere
nell’Alwenion che per tanto tempo era stata la casa del popolo.
Un manto verde di protezione divina seppelliva, per sempre,
custodendo al suo interno un sogno, una storia, che forse un giorno
sarebbe risorta. |